La cinta muraria di Castelfranco Veneto trova le sue origini alla fine del XII secolo quando, per ordine del libero Comune di Treviso, venne eretto un fortilizio sulla riva orientale del Muson, torrente che segnava il confine occidentale del territorio trevigiano.
La costruzione del castello richiese tempi lunghissimi: la cinta muraria nel corso degli anni venne sottoposta a continue opere di consolidamento, rinforzo e ristrutturazione, motivate dal bisogno di mantenere la struttura aggiornata secondo le più moderne innovazioni fortificatorie.
A partire dal XIII sec. Castelfranco passò sotto il dominio degli Ezzelini, degli Scaligeri, di Francesco da Carrara ed infine della repubblica di Venezia fino alla dissoluzione della stessa nel 1797. Dal XVI sec. in poi, a causa dell'uso dell'artiglieria, le mura medievali divennero inadeguate alle moderne tecniche di guerra, ma quelle di Castelfranco si mantennero sostanzialmente inalterate fino al XVIII secolo, quando venne demolito un tratto pericolante delle mura sul lato Sud per fare posto all'abside della chiesa parrocchiale allora in fase di ricostruzione (l’attuale Duomo, che conserva al suo interno la celebre Pala di Giorgione).
A causa della morfologia delle sue mura Castelfranco non potrà mai avere un camminamento “ad anello”: i tratti di muro sono in più punti inframmezzati da case, alcune parzialmente fuse con le stesse mura. Esempio notevole è Casa Barbarella, sede del Conservatorio di musica di Castelfranco.
La conformazione unica della città è ben visibile dall’alto del torrione di nord-est, l’unica delle quattro torri angolari attualmente visitabili del castello. Le quattro torri d’angolo, primissimo fondamento della cinta muraria di Castelfranco, erano collegate inizialmente da strutture di legno che vennero rapidamente sostituite con parti di muro alte circa 17 metri: il castello così conformato ha pianta quadrata e misura 230 metri per lato. Il torrione attualmente visitabile, detto anche Torre del Giorgione per la sua prossimità alla statua del pittore posta nel fossato del castello, ha subito un primo restauro negli anni Novanta del secolo scorso, che ha visto l’inserimento di una scala in legno di ben cento gradini.
Due porte ad arco collegano la Torre del Giorgione con i segmenti del camminamento di ronda di nord-est, che si compone di grandi fasce di mattoni lavorati a corsi alterni in senso verticale per una larghezza pressoché costante di 1 metro. Tale larghezza consentiva il passaggio simultaneo di due soldati anche in corsa. Il camminamento presenta poi una serie di doppi modiglioni in pietra e volte a tutto sesto, che servono a irrobustirne la struttura.
Un recente restauro durato due anni ha riportato all'antico splendore questa meraviglia storica, rendendola un patrimonio da non perdere.
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