La Villa Revedin, poi Bolasco, costruita tra il 1852 e il 1865 su progetti dell’architetto Giambattista Meduna, si deve al conte Francesco Revedin (1811-1869), podestà e primo sindaco di Castelfranco nel 1866.
Notevoli, all’interno, sono il Salone da ballo, decorato dal pittore Giacomo Casa, e le eleganti Scuderie. Il Revedin volle, sul luogo del “Paradiso” Corner, un giardino romantico, o all’inglese, noto come parco Revedin-Bolasco. Alla sua progettazione parteciparono, oltre al Meduna, altri famosi architetti del paesaggio dell’epoca, tra cui Francesco Bagnara e il francese Marc Guignon. Tuttavia la configurazione attuale, risalente al periodo 1868-1878, appartiene all’architetto vicentino Antonio Caregaro Negrin.
Una passeggiata del Parco permette di scoprire scorci e squarci di luce, colori e riflessi, sempre diversi: alberi e specchi d’acqua, slarghi prativi e macchie di sottobosco, ponticelli e collinette artificiali, e poi architetture “disperse”, come la serra in stile ispano-moresco, la cavana, la torre.
Infine, sullo sfondo verso nord, il capolavoro: l’arena-cavallerizza, maneggio prediletto del conte Revedin, coronata da decine di statue del secolo XVII (opera del bassanese Orazio Marinali e bottega) e introdotta da due statue equestri poste sopra alti basamenti. Statue, cavalli e la torre colombaia dell’ingresso-ovest, sono tutto quanto rimane del “Paradiso” Corner, nel quale la villa quattro-cinquecentesca e i successivi palazzi giustapposti occupavano la zona del parco attuale prospettate sul Borgo Treviso.
Il Parco, che si estende su 7,63 ettari, conta un patrimonio arboreo di oltre 1.000 individui, appartenenti a 65 specie diverse: 35 esemplari circa hanno un’età d’impianto compresa fra i 75 e 125 anni, mentre 440 piante contano fra i 50 e i 70 anni.
Nel 2018 il parco ha vinto il titolo di “Parco più bello d’Italia” del Network Nazionale di parchi e Giardini per la categoria Parchi Pubblici.
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