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VIDEO Castelfranco Veneto. Il paesaggio di Giorgione

Castelfranco Veneto - Il paesaggio di Giorgione from Lions Club Castelfranco Veneto on Vimeo.

PROGETTO IDEATO E PROMOSSO DA 
Lions Club Castelfranco Veneto - Ass. Int. Città Murate Lions
CON IL PATROCINIO DI
Città di Castelfranco Veneto - Assessorato alla Cultura
VIDEO A CURA DI
Otium | arti compositive
Giacinto Cecchetto
IN COLLABORAZIONE CON 
Alberto Mesirca, Marco Menegoni | Anagoor, Mauro Martinuz, Officina Fine Art

MAIN SPONSOR
CNA Castelfranco Veneto
Banca Mediolanum, Ufficio Promotori Castelfranco

SPONSOR
Studio Passazi - Studi dentistici Simeoni - Assidem di De Martin & C - IMG, Ind. Mecc. Girardello - Dallan Spa - Negozi Pellizzari - MOX Solutions Srl - Aristarco Spa - Cinel, Off. Mecc. Spa - Iper Castelfranco V.to - ASCOM Castelfranco V.to - Hotel alla Torre - Hotel Fior - Albergo Roma - Ristorante Barbesin - Ristorante Alla Torre 

PRESENTAZIONE 

"Quello che ora vedremo, promosso dal Lions Club di Castelfranco Veneto, ha le fisiche sembianze di un video, ma in realtà l’abbiamo voluto come una sequenza di squarci nell’anima e nel carattere veri e profondi di questa nostra Città.

Nulla, quindi, di didascalico, di descrittivo, di narrativo, o di banalmente cartolinesco, bensì la ricerca di un varco oltre il quale scoprire le fibre materiali e immateriali di questo raro ed affascinante borgo veneto

Nella concezione di quel che vedremo abbiamo voluto guardare Castelfranco con gli occhi degli altri, ovvero con gli occhi di illustri viaggiatori, fra tutti il poeta e drammaturgo viennese Hugo von Hofmannstal e il grande poeta italiano Mario Luzi, illustri viaggiatori che la chiave d’ingresso di quel varco hanno scovato, entrando prima, e, poi, non solo guardando, ma vivendo mura e piazze, torri e acque, dipinti e botteghe, chiese e alberghi, insomma la plurisecolare e unica identità storica castellana.

Abbiamo voluto suggerire un incontro diverso a Castelfranco, come non a tutti è dato disporre, e, ispirandoci al bretone triskell – acqua, terra e fuoco – adattato alla castellanità, l’incontro è avvenuto sulle tre dimensioni di approccio alla città: il cielo, la terra e l’acqua

Incontrare ed entrare, per viverla, la città, in una dimensione ad un tempo reale e trasognata: muraglie di rossi mattoni e spazi atmosferici, fervore di commerci e capisaldi dell’arte d’ogni epoca …

“Il miracolo di questo luogo è l’armonia” – poetava in prosa Hugo Von Hofmannsthal, “qui terra e nuvola, lontananza e vicinanza, giorno e sogno sono tutt’uno: l’aria è come un bacino in cui scorre un silenzioso profluvio di gioia. Questo è il paesaggio di Giorgione”.

Giorgione. Giorgione e l’emozionante e stupefacente Pala del Duomo e la sua muta e dolente sacra conversazione sullo sfondo del paesaggio che il ventiduenne Giorgione ebbe come orizzonte fisico e interiore. Giorgione e il Museo a lui dedicato. Il Museo e il Fregio che Giorgione vi affrescò mezzo millennio fa.

L’abbiamo ritrovato il Fregio, e l’abbiamo riletto come una sorta di proiezione nel tempo futuro di Castelfranco; come fruttiferi semi sparsi da Giorgione sulla città murata; semi fioriti nei secoli a venire in piazze e mercati, in architetture civili e religiose, in luoghi-cenacoli di alta cultura, in splendidi giardini.

Una sequenza narrativa, il Fregio, come sommesso e quasi impercettibile fil rouge nell’esplorare quel che non riusciamo o non possiamo vedere di Castelfranco, da inusuali punti di vista, come fil rouge che ci trascina dentro l’immagante gorgo ove il severo quadrilatero murato e il suo dentro come il suo fuori, quasi si disintegrano nella dimensione del sogno evocato da von Hofmannstal, inondato da una luce che – scrisse Maria Luzi nel 1950 - “toglie ogni aspetto duro e imminente … alle forme dell’antica cittadella … e le proietta in uno spazio e in un tempo puri e continui.

In tempi veronesiani, vorrei ricorrere ad una sorta di metafora, se si vuole ardita. Oggi, della Soranza di S. Andrea, capolavoro della decorazione in affresco di Paolo Veronese e bottega, ma distrutta nel 1816, immaginiamo i fantastici interni ricomponendo il puzzle dei 109 frammenti di affresco staccati, prima della demolizione della villa, da Filippo Balbi, parte dei quali nella sacrestia del Duomo di S. Liberale. Frammenti, di altissima qualità, testimonianza di una cultura non solo artistica forse insuperata. Di frammenti dell’anima di Castelfranco si nutre questo video che presentiamo, frammenti di una realtà concreta, che, diversamente dalla perduta Soranza, vediamo e tocchiamo con mano in ogni ora del giorno e della notte; frammenti che si ricompongono in un suggestivo e unico affresco negli occhi e nel cuore di chiunque, cittadino castellano, turista, viaggiatore di ogni latitudine, di chiunque si lasci immergere in queste immagini e nel loro musicale fluire".

Giacinto Cecchetto, Teatro Accademico, 1 Luglio 2014

Data creazione: 20-07-2014    |    Data ultimo aggiornamento: 26-11-2020